Silvicoltura Vinci

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LA STORIA

La silvicoltura è la disciplina che studia l’impianto, la coltivazione e l’utilizzo dei boschi. Silvicoltura Vinci è un’azienda che nasce nel 1920, fondata dal capostipite della famiglia, Arnaldo. Negli anni 50, l’azienda assume un ruolo imprenditoriale di notevole importanza. Infatti, proprio in quel periodo, Francesco Vinci diventa proprietario dei boschi, e fonda la ditta Silvicoltura Vinci, una delle poche attività di silvicoltura nel Lazio, e nella zona dei Castelli Romani. Oggi l’azienda viene portata avanti con passione dal figlio Enzo e i nipoti Francesco e Alessandro, che insieme uniscono tradizione e innovazione nel settore del legno, che affonda le radici alle origini del mondo, ma si proietta nel futuro come elemento ecologico e sostenibile.

LA STORIA

La silvicoltura è la disciplina che studia l’impianto, la coltivazione e l’utilizzo dei boschi. Silvicoltura Vinci è un’azienda che nasce nel 1920, fondata dal capostipite della famiglia, Arnaldo. Negli anni 50, l’azienda assume un ruolo imprenditoriale di notevole importanza. Infatti, proprio in quel periodo, Francesco Vinci diventa proprietario dei boschi, e fonda la ditta Silvicoltura Vinci, una delle poche attività di silvicoltura nel Lazio, e nella zona dei Castelli Romani.

i nostri lavori

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ROCCA PRIORA E LA STORIA DEI BOSCHI DI CASTAGNO

vendita legno di castagno

La maggior parte del territorio del Parco dei Castelli Romani, in cui Rocca Priora è incastonata, è ricoperta da boschi. Fino a circa 300 anni fa, il bosco che ricopriva i Colli Albani era una foresta di faggi, querce, aceri, tigli ed altre numerose specie di alberi e arbusti. In seguito e in modo graduale, questo tipo di bosco è stato trasformato dall’uomo per motivi di convenienza “economica”: sostituendo le antiche specie arboree con il Castagno (che non esisteva nei Colli Albani). Oggi, come risultato, circa l’80% del bosco che ricopre i nostri monti, è formato da castagno adibito al taglio periodico. L’introduzione di questa specie, in sostituzione al bosco misto, ha avuto inizio nel XVII secolo e le ragioni storiche sono varie: dal punto di vista ecologico, il Castagno resulta adattarsi bene alle condizioni climatiche tipiche delle nostre zone, ed è un albero che cresce più velocemente rispetto ad altre specie, quindi produce più legname negli anni. Presenta inoltre importanti caratteristiche tecnologiche, quali: durezza media, durevolezza elevata, ricchezza in sostanza tanniche e quindi particolarmente resistente anche agli agenti atmosferici, e infine risulta facilmente lavorabile. Tutti questi fattori ben rispondevano al soddisfacimento dei cambiamenti economici e sociali dell’epoca: 

– la costruzione di nuove abitazioni aumentò la richiesta quantitativa e qualitativa del legname da utilizzare sia come materia prima per la costruzione di edifici storici e civili, sia come materiale da carpenteria per i cantieri;

– l’incremento delle superfici coltivate determinò una maggior richiesta di legname per le nuove metodologie di coltivazione (passoni, capitesta, reginelle, ecc.). Anche la produzione di vino (in continua espansione) richiedeva una quantità notevole di vasi vinari per la vinificazione (botti, tini, mastelli ecc.) nonché pali di varie misure per tendere i filari delle viti;

– un maggior quantitativo di legname venne richiesto per il riscaldamento delle abitazioni e per l’arredamento delle stesse. 

I PRODOTTI DEL CASTAGNO

Silvicoltura Vinci

Dal punto di vista degli usi, il Castagno in passato venne chiamato “l’albero del pane” per il suo frutto considerato alimento di elevato valore nutritivo. Basti pensare che nelle passate guerre, il nostro Paese poté contare, come mezzo straordinario di sussistenza, anche sulle “castagne” e sulla “farina dolce”. Il legno di castagno inoltre veniva utilizzato per l’esportazione di estratti tannici liquidi, ora sostituiti con quelli sintetici. Tra i prodotti secondari del castagneto vale la pena ricordare i funghi. I nostri boschi infatti sono meta tradizionale per i cercatori di funghi, grazie anche alla ricchezza di specie (Porcini, Ovoli, Galletti), che trovano condizioni ideali per vivere in simbiosi con le radici delle piante.

IL BOSCO CEDUO

Silvicoltura Vinci Rocca Priora

I nostri boschi di castagno sono governati a ceduo, cioè subiscono tagli ciclici con turni di 18/20 anni. Questo intervallo garantisce alla pianta il tempo necessario per rigenerarsi da gemme dormienti situate alla base del tronco attraverso vigorosi e numerosi germogli dei “polloni”, che insieme vanno a costituire la “ceppaia”. Questo tipo di riproduzione è detta vegetativa, in quanto i polloni di una stessa ceppaia sono tutti geneticamente uguali, pertanto, hanno lo stesso corredo genetico. Il bosco ceduo del Parco dei Castelli Romani è, più precisamente, un ceduo matricinato: un regime che cerca di ovviare al problema della perdita di diversità genetica ‘risparmiando’, nella zona interessata al taglio (circa 2 ettari), 40 piante (dette matricine) alle quali è affidato il compito della riproduzione sessuale che si conclude con la produzione della castagna dalla quale nascerà una pianta geneticamente diversa dalla pianta madre, garantendo così, quella variabilità genetica necessaria per l’adattamento di tutte le specie (vegetali e non)  all’ambiente che per sua natura è variabile. Dopo aver tagliato il bosco, all’età di 7/8 anni circa si effettua il primo “sfollo” (sfoltimento) per poi proseguire con il diradamento delle piante (eliminazione delle piante deperenti, difettose, malate, in soprannumero), fino al nuovo taglio. 

Legna da Ardere Vendita

ROCCA PRIORA E LA STORIA DEI BOSCHI DI CASTAGNO

vendita legno di castagno

La maggior parte del territorio del Parco dei Castelli Romani, in cui Rocca Priora è incastonata, è ricoperta da boschi. Fino a circa 300 anni fa, il bosco che ricopriva i Colli Albani era una foresta di faggi, querce, aceri, tigli ed altre numerose specie di alberi e arbusti. In seguito e in modo graduale, questo tipo di bosco è stato trasformato dall’uomo per motivi di convenienza “economica”: sostituendo le antiche specie arboree con il Castagno (che non esisteva nei Colli Albani). Oggi, come risultato, circa l’80% del bosco che ricopre i nostri monti, è formato da castagno adibito al taglio periodico. L’introduzione di questa specie, in sostituzione al bosco misto, ha avuto inizio nel XVII secolo e le ragioni storiche sono varie: dal punto di vista ecologico, il Castagno resulta adattarsi bene alle condizioni climatiche tipiche delle nostre zone, ed è un albero che cresce più velocemente rispetto ad altre specie, quindi produce più legname negli anni. Presenta inoltre importanti caratteristiche tecnologiche, quali: durezza media, durevolezza elevata, ricchezza in sostanza tanniche e quindi particolarmente resistente anche agli agenti atmosferici, e infine risulta facilmente lavorabile. Tutti questi fattori ben rispondevano al soddisfacimento dei cambiamenti economici e sociali dell’epoca: 

– la costruzione di nuove abitazioni aumentò la richiesta quantitativa e qualitativa del legname da utilizzare sia come materia prima per la costruzione di edifici storici e civili, sia come materiale da carpenteria per i cantieri;

– l’incremento delle superfici coltivate determinò una maggior richiesta di legname per le nuove metodologie di coltivazione (passoni, capitesta, reginelle, ecc.). Anche la produzione di vino (in continua espansione) richiedeva una quantità notevole di vasi vinari per la vinificazione (botti, tini, mastelli ecc.) nonché pali di varie misure per tendere i filari delle viti;

– un maggior quantitativo di legname venne richiesto per il riscaldamento delle abitazioni e per l’arredamento delle stesse. 

Silvicoltura Vinci

I PRODOTTI DEL CASTAGNO

boschi-rocca-priora

Dal punto di vista degli usi, il Castagno in passato venne chiamato “l’albero del pane” per il suo frutto considerato alimento di elevato valore nutritivo. Basti pensare che nelle passate guerre, il nostro Paese poté contare, come mezzo straordinario di sussistenza, anche sulle “castagne” e sulla “farina dolce”. Il legno di castagno inoltre veniva utilizzato per l’esportazione di estratti tannici liquidi, ora sostituiti con quelli sintetici. Tra i prodotti secondari del castagneto vale la pena ricordare i funghi. I nostri boschi infatti sono meta tradizionale per i cercatori di funghi, grazie anche alla ricchezza di specie (Porcini, Ovoli, Galletti), che trovano condizioni ideali per vivere in simbiosi con le radici delle piante.

Silvicoltura Vinci Rocca Priora

IL BOSCO CEDUO

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I nostri boschi di castagno sono governati a ceduo, cioè subiscono tagli ciclici con turni di 18/20 anni. Questo intervallo garantisce alla pianta il tempo necessario per rigenerarsi da gemme dormienti situate alla base del tronco attraverso vigorosi e numerosi germogli dei “polloni”, che insieme vanno a costituire la “ceppaia”. Questo tipo di riproduzione è detta vegetativa, in quanto i polloni di una stessa ceppaia sono tutti geneticamente uguali, pertanto, hanno lo stesso corredo genetico. Il bosco ceduo del Parco dei Castelli Romani è, più precisamente, un ceduo matricinato: un regime che cerca di ovviare al problema della perdita di diversità genetica ‘risparmiando’, nella zona interessata al taglio (circa 2 ettari), 40 piante (dette matricine) alle quali è affidato il compito della riproduzione sessuale che si conclude con la produzione della castagna dalla quale nascerà una pianta geneticamente diversa dalla pianta madre, garantendo così, quella variabilità genetica necessaria per l’adattamento di tutte le specie (vegetali e non)  all’ambiente che per sua natura è variabile. Dopo aver tagliato il bosco, all’età di 7/8 anni circa si effettua il primo “sfollo” (sfoltimento) per poi proseguire con il diradamento delle piante (eliminazione delle piante deperenti, difettose, malate, in soprannumero), fino al nuovo taglio. 

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